LAURA PORETTI RITZMAN INTERVISTA QING YUE
LPR: Buongiorno a Cinzia Giancovich, in arte Qing Yue (Luna Chiara). Ci vuole raccontare l’incontro tra l’Oriente e l’Occidente nella sua vita?
Qing Yue: Buongiorno! Bella domanda, che dire, l’incontro est-ovest esiste nel mio DNA da sempre perchè sono figlia didue genitori impegnativi e molto particolari: un padre triestino-dalmata tutto d’un pezzo, con coraggio da vendere e una madre ribelle e bellissima, di una famiglia altolocata cinese che l’ha diseredata perchè lo voleva sposare. Ci hanno educato (siamo in 4 fratelli) attraverso le loro idee e esperienze culturali e tradizioni completamente diverse, talvolta opposte: la calma e ponderazione del tao contrapposta all’irruenza dell’ovest; la gioia e l’ironia contrapposta alla determinazione seria, un continuo fluttuare tra yin e yang, tra est e ovest, che confusione!….. Certamente fino ai miei primi 13 anni ho avuto molte influenze anglo-orientali perchè vivevamo a Hong Kong, ex colonia inglese, una città grande, all’ultima moda, dinamica, viva, bellissima. E lì, per me non c’erano dubbi, mio padre era italiano, perciò io eroitaliana, nonostante non parlassi una parola d’italiano; ma quando arrivai a Trieste, piombai in una città, in quegli anni, triste, provinciale, poco accogliente, che mi fece sentire un pesce fuor d’acqua, con un grosso problema d’identità : ero diventata cinese e non più italiana, avevo perso la mia identità, le mie amicizie, le mie sicurezze, tutte rimaste a Hong Kong. Chi ero, italiana o cinese ? La via giusta l’ho trovata, dopo alcuni anni, quando mi sono integrata qui: quella dell’accettazione di essere un compromesso!
LPR: In quale momento della sua vita lei nasce come artista?
Qing Yue: Diciamo che il seme della mia passione artistica è stato piantato proprio in quegli anni giovanili. Ho sempre avuto la tendenza all’introspezione, capire chi fossi, dov’ero diretta, chiedevo all’universo delle soluzioni ai miei problemi di solitudine dovuti al fatto di essere diversa. Oggi sono convinta che i traumi e le difficoltà non vengano per caso, c’è sempre un senso, se lo si cerca, in tutte le cose. A Trieste abitavamo in una villa vicino al faro, che mio padre fece costruire e dove, al pianoterra,c’era l’appartamento per gli ospiti con diverse pareti bianche. Avevo 14-15 anni quando ho iniziato a fare deimurales sulle pareti con mia sorella, era bellissimo! Poi, esaurite le pareti, mi sono diversificata, mio padre era un fotografo appassionato e m’ha insegnato a sviluppare le foto nella camera oscura allestita a casa, così scattavo foto ogni momento. La vita però, non m’ha permessa di frequentare la scuola d’arte che sognavo di fare perchè m’avevano già iscritta a una scuola tecnica e dovetti per forza studiare ragioneria, un indirizzo che non ho mai capito nè amato! Ho proseguito con Scienze Politiche, lasciando il mio sogno incompiuto, momentaneamente.La vita, spesso ti fa fare dei giri, ma se hai un sogno e la passione nel cuore, è quasi sicuro che ti riporti lì. Non ho mai smesso di fotografare e ho avuto l’opportunità, durante i miei anni trascorsi a Mumbai, di seguire dei corsi d’arte e al mio rientro a Trieste, ho lavorato come responsabile della sezione artistico-culturale-Info point in un’organizzazione delle Nazioni Unite e come artista.
Certo, se fossi nata 40 anni dopo, non avrei avuto nessun problema d’integrazione perchè Trieste è cambiata molto in questi ultimi anni ed è diventata una città vivace, gradevole e internazionale. Ma forse sono state proprio le difficoltà che m’hanno formata di più, chi lo sa! … L’arte è ciò che amo di più- ovviamente dopo i miei figli -perchè m’ha permessa di superare con creatività tante situazioni difficili….
LPR: Le chiedo di raccontare il suo percorso artistico.
Qing Yue: Espongo le mie opere in Italia e all’estero da circa vent’anni e ho contatti con diverse associazioni artistiche estere con le quali progetto coi miei soci della “Art Projects Association”, APA, mostre-scambio internazionali. Suggerirei , se fosse interessata, di vederele mie opere e il mio cv artistico, basta andare nel mio sito:
www.qingyue-artist.com,
o su facebook, cinzia qingyue
LPR: A giorni verrà inaugurata la sua personale, I am a rat. Un titolo insolito per chi non conosce lo zodiaco cinese. Ci vuole raccontare qualcosa in merito?
Qing Yue: Titolo curioso, vero? Beh, il topo è il primo segno dello zodiaco cinese e non solo il topo sarà il protagonista della mia personale che s’inaugura il 12/12 alle ore 19 nela sala comunale d’arte in Piazza Unità 4. Ci sono altri 11 animali – bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane e maiale – che contribuiscono al “racconto'” visivo dello zodiaco cinese più altre opere che sottolineano questa mia costante ricerca dell’armonia. Il ciclo dello zodiaco cinese è annuale e si basa sulla luna. Ho voluto realizzarre questo lavoro per creare un ennesimo incontro tra l’oriente e l’occidente e per fare conoscere un’importante tradizione orientale – seguita da più di un quarto della popolazione mondiale – che influenza fortemente tutti gli aspetti della vita di ogni persona in Asia, sin dalla nascita: dalla scelta del nome alle scelte di carriera, dalla data del matrimonio a quella del funerale, dal compagno di vita alla scelta della casa, e così via. E’ un lavoro nuovo, inedito, in cui le mie radici cinesi si vedono attraverso l’utilizzo di materiali ridondanti (foglia d’oro, d’argento e elementi luminosi), mentre quelle occidentali si esprimono con raffigurazioni giocose, divertenti, quasi ironiche e pop nei colori e nella semplificazione delle immagini. Questo mix particolare vuole essere un invito a tuffarsi negli occhi enormi di ogni animale e lasciarsi sprofondare nell’animale che c’è in ognuno di noi.
LPR: Il suo percorso artistico l’ha vista lavorare anche al fianco di giovani studenti, di colleghe artiste e di scienzati. In quale contesto si è sentita più a suo agio?
Qing Yue: Amo lavorare con tutti coloro che hanno idee, volontà e creatività. Fare nuovi progetti e realizzarli con persone entusiaste è molto importante per me perchè mi annoio molto facilmente delle situazioni statiche, di persone poco stimolanti, di pensieri e luoghi banali, perciò ho bisogno di cambiare, fare e imparare cose nuove perchè gli stimoli sono sempre necessari, secondo me, per migliorare e mi piacciono davvero le sfide!. Quindi, direi che lavoro bene con le persone che posseggono le caratteristiche di cui sopra e anche di più!.
LPR:. Cosa significa il viaggio per lei e dove si sente a casa?
Qing Yue: Wow, tocca un tasto per me, molto amato. Amo viaggiare e conoscere luoghi nuovi e non disdegno nemmeno viaggiare da sola. Sono un appassionata subacquea e spero di poter fare un viaggio presto per stare un pò intorno ai delfini, pescecani e razze, è un mondo magico e affascinante per me, che amo da quando mio padre m’ha buttata, piccolissima, nelle acque di Repulse Bay a Hong Kong. Eh sì, l’acqua è il mio elemento ed è nel mare che mi sento a “casa”, perciò quando posso, vado in luoghi dove è possibile fare delle immersioni, magari un pò di sci nautico o altri sport marini.
LPR: Come nasce un suo progetto artistico?
Qing Yue: I miei progetti personali nascono – come ormai avrà capito! – dalla necessità di esprimere le mie doppie radici e di fare da ponte tra le due culture. Naturalmente, i miei soggetti nascono da raffigurazioni arcaiche cinesi, che poi seguono l’iter della rielaborazione pittorica. Quandoho un’idea nuova, la propongo ai miei figli, i miei fidati consiglieri, che m’hanno sempre sostenuta dandomi degli ottimi consigli e critiche utili. Poi, faccio parte dell’associazione no profit “Art Projects Association” insieme ad amici artisti di cui ho tanta stima e coi quali lavoro molto bene su progetti di scambi artistici internazionali: Raffaella Busdon, Patrizia Bigarella e Franco Rosso.
LPR: Complimentandomi per il suo lavoro e le sue opere, nel ringraziarla per questa intervista, le chiedo quali saranno i suoi progetti artistici futuri
Qing Yue: Al momento ho un lavoro esposto alla collettiva “Biennale Internazionale Donna” al Magazzino 26 a Trieste e poi inauguro la mia personale in Piazza Unità dove ci sarò spesso durante i pomeriggi.
Vorrei fare una mostra dedicata al mare, al mio amato mare, e mi piacerebbe trovare una location adeguata, chi vivrà, vedrà!!! Grazie per la disponibilità, sarò molto onorata di avere visite da parte Sua e di chiunque fosse interessato a conoscere gli animali dello zodiaco cinese alla mostra I AM A RAT .
Laura Poretti Rizman
Presentazione di
Alessandro Mezzena Lona:
Ai frettolosi, a quelli che sanno già tutto, questa mostra sembrerà soltanto un’esposizione di quadri. O, più esattamente, la nuova personale dell’artista Qing Yue. Una raccolta di opere originali, dipinte con passione e originale inventiva su materiali diversi come lurex, velluto, carta dorata. Un’altra affascinante tappa del lungo viaggio, sospeso tra la creatività dell’Occidente e la conoscenza dell’Oriente, che l’artista ha intrapreso già da parecchi anni.
Ma a chi, tenendo al guinzaglio la fretta, fermerà lo sguardo sulla sequenza di undici opere, più un’installazione, dedicate allo Zodiaco cinese, non potrà sfuggire il senso profondo del progetto. Che sta acquattato dentro gli occhi delle creature dipinte. Occhi che raccontano, come fossero i guardiani della soglia di un percorso iniziatico, la seduzione luminosa della tigre, la paziente voglia di comunicare del bue, l’implorante richiesta di amicizia del topo, la stupefatta intelligenza del gallo, la quieta capacità del serpente di esorcizzare gli isterici ritmi della realtà, l’irresistibile disponibilità del cane. E la fiera certezza di esistere dell’unico essere immaginario: il drago.
Ricreando i dodici elementi dello Zodiaco cinese (topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane e maiale), Qing Yue ha ritrovato l’anima del mondo dentro la materia. Dipingendo a colori acrilici con tecnica linoleografica su pannelli foderati di stoffe diverse (su cui ha applicato strati di gesso, qualche foglia d’oro e d’argento, per poi disegnare i vari soggetti a mano libera), l’artista è riuscita a sintonizzarsi con un microcosmo fantastico di creature che l’uomo da troppo tempo considera alla stregua di servitori muti. Buoni soltanto a svolgere i lavori più pesanti, ad apparire come stranezze da esibire. A finire dentro i nostri piatti in forma di variazioni gastronomiche.
Ascoltando le voci mute degli animali, entrando nel loro mondo dalla porta segreta degli occhi, Qing Yue ha svelato il senso profondo dello Zodiaco cinese. Raccontando di un mondo perduto, dove tutte le creature di Gaia, la nostra Madre Terra, vivevano in perfetto equilibrio. Perché non conoscevano la diffidenza, la differenza, le pulsioni di morte, il desiderio di potere. Perché sapevano stare insieme, imparando ognuno qualcosa dall’altro. Coltivando l’arte raffinata del sorriso.
A complete and unique artist who knows how to reinvent herself periodically and is able to tackle current social themes with delicacy and courage. Qing Yue (Clear moon) is a born traveller and besides painting, she is also a photographer and this contributes to innovating furtherly her art works. In fact, her recent solo show "BURQA", which took place in the prestigious Art Gallery of Piazza Unità in Trieste, clearly witnesses this. he emotional impact is immediate because it is necessary to be highly sensitive and be acquainted with the world in order to present topics like the "veil-chador-burqa" and be able to stretch beyond the usual stereotypes.
Her solo show, focussed on the burqa, a traditional dress worn by the women living in Afghanistan, covering them completely from head to toes starts off from the aesthetics point of view and then changes into a tiny inner trip, in a world inhabited by "invisible" women, where one can face a series of queries and sensations of a conflictual nature and perhaps still far from reaching ideological solutions. Qing Yue proposes an intense story, that originates from far away where she searches for important historical landmarks where women represent the main characters, with their individual differences, history, culture and feelings; she tells a story that inevitably touches the denial of one's personality due to the imposition-acceptance of the burqa but, at the same time, the artist spurs us to realize that it is essential to understand whomever differs from us because it enriches both our minds and our souls.
The artist's message deeply touches the visitors and includes up-to-date issues where the necessity to respect human rights, especially women's rights, is essential. In real terms, Qing Yue asks us to ponder about trasformation, in every way, highlighting the invisible burqa that is concealed behind several western societies where it is still necessary nowadays to continue being committed towards the achievement of equal rights for women and the real, effective, comprehension for all that is different. The rendezvous with the artist and her works create, in the visitor, amazement, shock, enthusiasm, passion, else, because she demands to open one's mind towards the world and learn, without prejudice.
Her works: Her solo show displays paintings and photographs as well as several burqas that she painted with the aim of changing a single coloured dress into a colourful one with the typical designs of her mother's country, China. In her paintings, one can perceive the intense meaning of transformation, introduced by the continuous flow of oriental subjects that seem to dance slowly and harmoniously. Transformation 1 & 2 reveal an inner transformation that begins with insects, crickets, then butterflies that turn into crows which, in turn, become phoenix that finally reach the energy of change, hope, depicted in the gallop of free, wild horses. A series of impressive photographs of a model wearing a blue burqa depicted like a Chinese Ming vase and a red one, the Chinese colour for happiness and richness completes the show. These photos just about give us strong emotions that vary from shyness, to courage, to subjugation, to energy, to disappointment and dynamism, in a rythmic and enthrallingdance that clearly reveals the meaning of the saying by Confucius "Nothing is more evident that whatever is concealed". Her special technique by which fish, horses, women and new heroes revive, reconstructs several pages of our own individual history and the correspondence between signs, colours, images deeply affects our hearts and souls.
Qing Yue transforms the visitor in a sort of ...... travel partner whom she supports moderately whilst her works become reflecting mirrors whereit is possible to visualize an inattentive world often lacking in identity.
Gabriela Preda, journalist
Qing Yue e Vittorio Sgarbi alla Biennale
Dittico,
120 x 120 cm./cad.
"Contatto A & B"
Tecnica mista, pittura e fotografia